Statua del Dio Nilo

La statua del dio Nilo è una scultura marmorea di epoca romana databile tra il II e III secolo d.C. e che insiste nel largo Corpo di Napoli, nel cuore del centro storico della città partenopea.

La storia legata alla scultura risale ai tempi della Napoli greco-romana, quando nell'area in cui tuttora insiste il monumento si stabilirono numerosi egiziani (provenienti da Alessandria d'Egitto); le colonie erano formate da ceti sociali differenti tra loro, viaggiatori, mercanti e schiavi. Il popolo napoletano non si dimostrò avverso a questo fenomeno, tant'è che le colonie vennero soprannominate le «nilesi», in onore del vasto fiume egiziano. Gli alessandrini decisero così di erigere una statua che ricordasse loro proprio il fiume Nilo, elevato ai ranghi di divinità portatrice di prosperità e ricchezza alla loro terra natia. A causa dell'assenza della testa, che non permise un'identificazione certa del soggetto, fu interpretata erroneamente come la statua di un personaggio femminile, per via della presenza di alcuni bambini (i putti) che sembrano allattarsi in seno alla madre.

L'opera, secondo le cronache antiche, a partire dalla trecentesca Cronaca di Partenope e dalla Descrittione dei luoghi antichi di Napoli del 1549 di Benedetto De Falco, stava a simboleggiare la città madre che allatta i propri figli; da qui nacque il nome cuorpo 'e Napule (corpo di Napoli), dato anche al largo dove è tuttora ubicata.
- Dove:Napoli

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